La denunzia di Maggio 1806

di Giovanni Ognissanti

La denunzia che vien fatta propria dai consiglieri e dagli amministratori comunali nei confronti dei commercianti e dei pescivendoli, il 29 maggio 1806. è veramente grave; la stessa viene determinata a seguito delle manifestazioni popolari, promossse dalle donne sipontine, per la carenza di pesce. Generi di Viveri, che si vendono a discrezione degl’ avidi venditori, e per mancanza ancora del necessario genere de’ pesci, che viene scandalosamente estratto di furtivo da questa città, e portato da Pescivendoli. E tanto i pubblici amministratori si pongono il problema in quanto si hanno degli schiamazzi da parte della popolazione. E pare che i tempi ed i comportamenti non vogliono mai cambiare! Ancor oggi non è facile, a Manfredonia, trovare… il nostro “caro” pesce, oggetto di continue incettazioni. Nel passato, le donne, vere eroine dei nostri focolari, con la loro sensibilità, non restavano indifferenti e mal sopportavano i disagi patiti dalle loro famiglie, come era accaduto anche 32 anni prima con le panificatrici (panettore) contro il monopolio nella manifattura del pane (1774).

Essendosi convocato publico Parlamento dentro la Casa della Città ad sonam campanane, more solito, e coll’ intervento del sig. Comandante di questa Piazza Montebruno, e del sig. d. Filippo Basile Governatore, e Giudice di questa sudetta Città, da’ signori controscritti Proponenti si fa sentire alle SS. VV. come occupatissimi negl’ affari di questo Publico, non hanno luogo da poter attendere alla Grassa di questa Popolazione, la quale mal contenta, ne fa ogni giorno de’ Schiamazzi, per la causa de’ Generi di Viveri, che si vendono a discrezione degl’ avidi venditori, e per mancanza ancora del necessario genere de’ pesci, che viene scandalosamente estratto di furtivo da questa città, e portato da Pescivendoli a vendere ne’ luoghi con vicini, con totale positiva mancanza a questo Publico. Per evitare a tale sconcerti, ed assurdi, li sudetti signori Proponenti sono venuti a risolvere eleggere cinque Deputati vigilanti, onesti, e di ogni (cognizione) maggiore, che debbono avere la cura, ed il pensiero di badare con accuratezza alla causa di questo Publico, e perciò nominano li signori d. Giuseppe Santovito, d. Gaetano Santovito, d. Paolo Prete, d. Tiberio Pascale, e d. Nicola Sarni, a quali se li debba conferire tutte quelle facoltà annesse a tal’ impiego. Et lecta unanimiter hanno approvata una tal nomina, anche perché sono Consiliarj zelanti, ed apportati di bene publico, ed amanti della Padria.