Le fosse da Grano della Daunia

di Pasquale Ognissanti

Per “fossa da grano”, scrive lo Jarusssi, si deve intendere un silo scavato sotto terra a forma di tronco di cono, di una larghezza variabile dai 4 ai 6 metri di diametro, alla base, e da 6 a 10 metri di profondità. La loro presenza nella Daunia è databile già in epoca romana. Ad esse erano addetti gli sfossatori che provvedevano ad introdurre e ad estrarre il grano o i cereali, e i misuratori, addetti a determinare la quantità di grano movimentato. Come primo riferimento storico, possiamo dire che nel I sec. d.C. riscontriamo un Liberale, cassiere della colonia sipontina, amministratore, per 32 anni, della ragione alimentaria, cioè un fondo pubblico istituito da Traiano per fornire alimenti ai fanciulli poveri. Senza voler scendere nella polemica sul significato da assegnare all’esito “fovea”, va detto che questo termine lo troviamo attestato a Siponto sin dal 1155. et iuxta cannitum et iuxta foveas,. per continuare nel 1157: clausuram nostram in loco qui dic. Fovea existentem… Nel 1272 si ha: Scriptum est conservatoribus seu custodibus frumenti comitis Camerarii in Manfredonia etc. Cum providimus quod biscottum faciendum pamatica vassellorum… La prima notizia certa dell’esistenza delle fosse in Manfredonia si ha nel privilegio concesso da Carlo II alla città, del 1301, nel quale nel paragrafo 23°, vien detto: per le pigioni…di fosse…che sono tanto in città, che fuori nel territorio della medesima.

Nel 1325 abbiamo il riferimento a ben 5 “foveas”: Item domus unius in ruga Comitis prope ecclsiam S. Angeli cun foveis quatuor, locate pro tarenis decem et octo; item domus unius iuxta domum cum fovea una, locate pro tarenis undecime t iuxta domum monasterii S.Benedicti. Ed è appena il caso di far notare che la “ruga Comitis” è il vecchio toponimo di Via della Tribuna, in fondo alla quale, verso oriente, era posto il piano delle fosse. Dal Bellucci apprendiamo che, nel 1415, …Matteo e Riccardo Pulderico donano le fosse nel piano alla duchessa di Durazzo. Non solo; ma sappiamo anche i nomi di alcuni sfossatori operanti nel sec. XV. Nel 1432 si riscontra un palazzo con varie pertinenze, tra le quali, appunto, una “fossa”. E non è raro il caso che i palazzi di Manfredonia fossero corredati di fosse o di magazzini granari. Nella confisca dei beni effettuata nel 1531, a danno di alcuni sipontini che si erano “ribellati” agli spagnoli, nel periodo dell’invasione franco-veneta (assedio del Lautrec), riscontriamo anche delle fosse usurpate, appartenenti a Luisetto Capuano, Angelo de Nicastro, Berardino de Nola ed Antonio de Minadoys