Il trabucco più grande della zona

di Pasquale Ognissanti

Monte Pucci (296 m) è un rilievo posto a est ovest del promontorio su cui insiste il centro abitato di Peschici. In realtà si tratta dell’ultima parte di una lunga dorsale montuosa che nasce in prossimità della Foresta Umbra (loc. il Parchetto, 560 m) e allunga verso il mare dando origine ad un continuum vegetale che termina con queste splendide falesie la cui parte estrema è costituita da un promontorio stretto e allungato nel mare. Attraverso il sottosuolo di questa lunga dorsale giungono al mare le acque che sfuggono alla presa delle radici dei faggi, dei cerri e dei carpini per riemergere direttamente in mare. Qui la loro presenza diventa elemento di richiamo durante il passaggio stagionale degli avannotti. Abbarbicati alla roccia, come i pini d’Aleppo nel legno dei quali sono forgiati stanno in questo stretto promontorio tre trabucchi, uno rivolto verso est e gli altri due verso ovest. Le loro lunghe pertiche si allungano verso il mare pronte a sostenere la pescata. Non a caso il trabucco era chiamato “la punta d’oro”. Il loro aspetto è di grande fascino sia per il contesto di inserimento, sia la tecnica costruttiva che li fa apparire come santuari pagani dedicati alla forza di questo mare. Il principale trabucco è in attività. Il vicino ristorante, che ne ha copiato il nome, garantisce un utilizzo certo del pescato. La presenza di questo trabucco è documentata dalla seconda metà del Novecento. Lo stato di conservazione è buono per la costante manutenzione effettuata. E’ il trabucco più grande della zona. godendo di una licenza governativa di 530 mq complessivi, di cui 55 sulla costa e per l’impalcatura e 475 per lo specchio d’acqua circostante. Il trabucco di Montepucci è il primo costruito in questa zona; il primo titolare fu Michele Lagroia, che lo lasciò in eredità alla figlia maggiore, che sposò un Fasanella. Da allora è stato tramandato in eredità: gli attuali possessori sono Matteo Fasanella e i suoi fratelli.

Qualche anno fa, dopo una burrasca, esso fu seriamente danneggiato, ma è stato rimesso in piedi dal titolare. Matteo Fasanella è un esperto di trabucchi tanto da essere l’autore del primo libro scritto sul tema. Egli racconta che un tempo la pesca, riguardava solo l’ottimo pesce azzurro. I trabucchi hanno invece garantito la pesca di pesci di maggiore qualità e appetibilità. IL trabucco di Monte Pucci è anche il luogo in cui sembra essersi verificato uno dei miracoli di Sant’Elia. Secondo la storia raccontata da Matteo Fasanella, verso la fine dell’estate, durante una giornata di magra pesca giunse al trabucco un frate che chiese ai pescatori l’andamento della giornata. Ma loro gli risposero che si trattava di una giornata di magra. Ma il frate li rincuorò dicendogli che sarebbe stata una giornata di grande pesca. I pescatori non gli vollero dare ascolto e stavano abbandonando il trabucco, quando uno dei pescatori trovò l’immaginetta di Sant’Elia e si accorse delle incredibile somiglianza. Fu proprio in quel momento che un altro pescatore si accorse delle reti che si erano riempite di pesce. Così uniti dallo stesso spirito cominciarono a girare gli argani. La rete venne su colma di pesci. Si voltarono allora a guardare se ci fosse ancora il monaco. Ma il frate, con un gesto del braccio, salutò tutti e sparì nel nulla.